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Adagiata su uno sperone roccioso, a 365 metri d'altezza, Ravello è situata proprio al centro della Costiera Amalfitana ed abbraccia maestosamente l'intero Golfo di Salerno. E' sicuramente una delle mete più conosciute della Divina, per l'irresistibile fascino che esercita e la fama che l'ha resa celebre in tutto il mondo, perfetta sintesi di arte e musica, da meritare il riconoscimento nel patrimonio dell'UNESCO, nonché l'appellativo di "Città della Musica".
Già Boccaccio rimase affascinato da Ravello, durante il suo soggiorno napoletano, tanto da decantarla nel Decamerone, rendendo immortale la fama di Landolfo Rufolo.
Le sue origini storiche sono remote ed incerte, anche se molti autorevoli studiosi le collocano presumibilmente al periodo romano classico, in concomitanza con la presenza di alcune ville romane sulla costa. Secondo la storiografia ufficiale, il toponimo deriverebbe da "res-bella" o "rebellum", quasi a contrassegnare lo spirito di fiera indipendenza dei suoi abitanti nei confronti della supremazia della Repubblica Amalfitana. Seguì le sorti del Ducato Amalfitano: dalla floridezza economica, per i frequenti scambi con l'Oriente, alla disfatta ad opera delle truppe pisane nel 1137. Durante il periodo normanno, Ruggiero favorì l'elevazione della città a Vescovado autonomo, dipendente direttamente dalla Santa Sede. Se in epoca sveva, grazie all'appoggio prestato a Federico II da alcune nobili famiglie ravellesi, la città potè godere di numerosi privilegi, dal successivo periodo aragonese e per molti secoli, si registrò un periodo di profonda crisi, sia economica che sociale, con lotte intestine e commercio quasi inesistente.
Con i Borbone, invece, grazie anche alla costruzione della strada costiera da Vietri ad Amalfi, il territorio visse un momento di rinascita, in concomitanza con l'arrivo di viaggiatori europei, alla ricerca di rovine del passato e scorci suggestivi dal gusto romantico.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, infine, Ravello balzò agli onori della cronaca per essere stata il luogo in cui il re Vittorio Emanuele, in fuga da Roma verso Brindisi, firmò il passaggio della luogotenenza in favore del figlio Umberto.
La storia turistica di Ravello ebbe un forte impulso con l'arrivo del botanico inglese Francis Neville Reid che acquistò Villa Rufolo ed intraprese una poderosa opera di ristrutturazione sia dell'edificio che dei giardini. Successivamente Ernest William Beckett, 2° Lord Grimthorpe, iniziò i lavori per la realizzazione di Villa Cimbrone. Da questo momento in poi e per tutto il Novecento si ebbe una riscoperta di Ravello, da parte di turisti, più o meno famosi, alla ricerca di un posto tranquillo dove soggiornare.
Tra i personaggi illustri che scelsero Ravello ricordiamo: Andrè Gide, Edward Norgan Forster, D.H. Lawrence, Greta Garbo, Jacqueline Kennedy, Gore Vidal (proprietario per diversi anni di Villa La Rondinaia), Totò, Humphrey Bogart, Gina Lollobrigida e tanti altri.

Siti di interesse:
- i resti delle antica mura di cinta della città, potenziate sotto Carlo d'Angiò;
- i resti del Castello di Fratta, il c.d. Castrum Brusara, era già noto nel XIII secolo ed oggetto di un sanguinoso attacco da parte dei Pisani;
- i pochi resti del Castello di Montalto, situato tra Ravello e Tramonti;
- la Torre dello Scarpariello o Ficarola, situata nella zona costiera in località Marmorata, facente parte del complesso sistema difensivo ideato in epoca viceregale per difendere le popolazioni costiere dai frequenti attacchi dei pirati.
- il Duomo, risalente all'XI secolo, domina Piazza Vescovado. E' caratterizzata da una struttura di tipo basilicale, divisa in tre navate da otto colonne di granito, un transetto e tre absidi. La facciata è molto diversa dalla sua originaria conformazione, a causa della demolizione del pronao nel 1786. Dedicato a Santa Maria Assunta, fu iscritto nell'elenco dei monumenti nazionali nel 1841 ed insignito del titolo di Cattedrale nel 1969. Di particolare interesse sono le porte di bronzo di Barisano da Trani (1179), fatte fondere a Costantinopoli utilizzando per la prima volta la tecnica a rilievo; l'Ambone del Vangelo (1272), l'Ambone dell'Epistola (realizzato tra il 1094 ed il 1150), la Cappella di San Pantaleone, patrono della città, ed il Museo, allestito nell'antica cripta, che conserva il bellissimo busto di Sigilgaida Rufolo. Il Duomo è affiancato da un campanile a pianta quadrata con ampie bifore su tutti e quattro i lati e coronato da archetti ciechi in tufo su colonnine binate.
- la Chiesa di San Giovanni del Toro, costruita a cavallo dell'anno Mille, era il luogo in cui si riuniva la nobiltà ravellese. Presenta uno schema basilicale a tre navate, sorrette da otto colonnine in granito. Si segnalano l'ambone, opera di Alfano da Termoli e le decorazioni in pietra tufacea del campanile attiguo.
- la Chiesa di Sant'Agostino, originariamente dedicata a San Adiutore, risale al X secolo; fu successivamente donata dal vescovo di Ravello ai Padri Eremitani Scalzi di Sant'Agostino. Oggi è il Sacrario ai caduti.
- la Chiesa di Santa Maria a Gradillo, eretta nel corso dell'XI secolo, è coeva alla Chiesa di San Giovanni del Toro. Era il luogo in cui si riunivano i Capi della Città nonché il Capitano Generale del Ducato Amalfitano. Presenta uno schema classico su cui si innestano motivi arabi e bizantini. L'interno è a tre navate, divise da colonne che sorreggono archi ogivali, con tre absidi e transetto sopraelevato. E' ancora ben visibile l'originario pavimento in mosaico, realizzato con sassolini bianchi e grigi, riproducente l'Albero della Vita e protetto da riquadri trasparenti. Interessante è anche il campanile esterno.
- la Chiesa della Santissima Annunziata, risalente alla seconda metà del XIII secolo, fu donata da re Ladislao a Nicola Fusco. E' divisa in tre navate da quattro colonne (due in granito e due in marmo rosa) ed è preceduta da un portico con volte a crociera. L'oratorio, attiguo alla chiesa, è un'ampia sala a navata unica con due piccoli absidi sul lato sud ed uno più grande sul lato ovest dove spicca una pala lignea di epoca riascimentale. Celebri sono le cupolette esterne che rappresentano la cartolina meglio conosciuta di Ravello.
- il Santuario dei Santi Cosma e Damiano, costruito integralmente negli ultimi anni del ‘900 per consentire di accogliere il gran numero di fedeli che vi si recano ogni anno. L'originaria cappella è documentata sin dal 1426.
- la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, nella frazione di Castiglione, è ciò che resta dell'antico Monastero benedettino fondato nel X secolo e chiuso da Papa Niccolò V nel 1453;
- la Chiesa di Santa Maria del Lacco, di cui si ha notizia sin dal XVI secolo, conserva all'interno un pregevole affresco raffigurante la Madonna con Bambino;
- la Chiesa di San Trifone, risalente all'XI secolo, è annessa alla più antica abbazia benedettina della città. E' divisa in tre navate ed è preceduta da un atrio con archi a tutto sesto ribassati;
- la Chiesa di San Martino, attualmente cappella cimiteriale, risalirebbe all'XI secolo. E' a navata unica e l'ingresso presenta una bella lunetta affrescata. Caratteristico è il campanile, la cui struttura architettonica fu ripresa per la realizzazione della torre di guardia di Villa Cimbrone;
- la Chiesa di San Michele Arcangelo, una delle più antiche di Ravello, è divisa in tre navate da colonne in granito e preceduta da un nartece sorretto da due colonne.
- la Chiesa di San Pietro alla Costa, risalente al X secolo, presenta un bell'atrio sorretto da colonne in granito. Fu completamente ricostruita nel XVIII secolo in seguito ad un rovinoso crollo. E' caratterizzata da una navata centrale ed una laterale sinistra più piccola, nonché un piccolo vano sulla destra, presumibilmente ciò che rimane della navata di destra in seguito al crollo.
- la Chiesa di San Giovanni alla Costa, documentata sin dal 1321;
- la Chiesa ed il Monastero di Santa Chiara, risalenti agli ultimi anni del XIII secolo. La Chiesa è divisa in tre navate da otto colonne e conserva un bell'affresco di gusto bizantino raffigurante il Cristo Pantacreator.
- la Chiesa di San Francesco ed il Convento dei Frati Minori, fondato secondo la tradizione da San Francesco d'Assisi. La Chiesa è ad una sola navata e sotto l'altare maggiore è conservato il corpo del Beato Bonaventura da Potenza. Interessanti sono il chiostro duecentesco a pianta quadrata, il campanile a tre piani e la sala biblioteca, ricca di volumi e documenti di varie epoche.
- la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, in origine dedicata a San Matteo, risale al XII secolo. E' divisa in tre navate, preceduta da un portico con volte a crociera ed affiancata da un campanile a pianta quadrata.
- la Chiesa della Madonna dell'Ospedale, anche detta Sant'Angelo all'Ospedale, fu realizzata nel XIII secolo dalla nobile famiglia Frezza;
- la Chiesa della Rotonda, in originario stile bizantino, fu oggetto di ristrutturazione nel XVII secolo. Pregevole è la tavola lignea raffigurante la Madonna con i Santi.
- la Chiesa di Santa Maria della Pomice, databile intorno al XV secolo, presenta un affresco raffigurante il Cristo Pantacreator dietro l'altare;
- la Chiesa di Santa Croce, documentata sin dal XII secolo, presenta un bel dipinto sull'altare raffigurante la crocifissione di Cristo.
- Palazzo Sasso, appartenuto in passato alla nobile famiglia scalese che diede i natali al fondatore dell'Ordine degli Ospedalieri di Malta, presenta le caratteristiche architettoniche tipiche degli edifici di età angioina. Interessante è la facciata orientale, alleggerita da ampie aperture ad arco a sesto acuto con balconata di colonnine sagomate;
- Palazzo D'Afflitto, altra splendida residenza ravellese, decorata con numerosi pezzi architettonici in marmo provenienti dalla Chiesa di Sant'Eustachio, santo di cui la famiglia di origini scalesi sosteneva di discendere;
- Palazzo Tolla, palazzo gentilizio del XIII secolo, sede dell'amministrazione comunale dal 1931;
- Palazzo Confalone, databile tra il XIII ed il XIV secolo, è sicuramente uno dei meglio conservati tra i palazzi nobiliari ravellesi. Di particolare pregio artistico è l'atrio, con volte ogivali e colonne intarsiate;
- Palazzo del Principe Compagna;
- i resti dell'antico Palazzo della Marra (XI-XII secolo);
- i resti di Palazzo Grisone (1251);
- Cortile della Famiglia Cortese, parte residua dell'antico omonimo palazzo;
- Cortile della Famiglia Mansi, in cui è stato di recente scoperto un bagno romano in perfetto stato di conservazione;
- Piazza Fontana Moresca, così chiamata per la presenza di una fontana moresca, su cui erano situate le statue di un Leone ed un Toro alati, provenienti presumibilmente dal Duomo e trafugati nel 1975. Sono attualmente sostituiti da copie realizzate in pietra lavica dallo scultore catanese Guardo.
- Villa Episcopio, risalente all'XI secolo, fu sede vescovile. Nell'800 fu annesso a Villa Rufolo e parzialmente restaurato da Francis Neville Reid. Successivamente acquistato dal Duca di Sangro, fu il luogo in cui avvenne il passaggio della luogotenenza da Vittorio Emanuele III al figlio Umberto.
- Villa Rufolo, uno dei complessi architettonici più famosi e di maggior pregio della città di Ravello. Fatta costruire dalla famiglia Rufolo, tra le più in vista e potenti nel periodo medievale, consta di vari ambienti: l'edificio vero e proprio (XIII secolo), il viale alberato d'ingresso, le due torri, i giardini, la cappella, il cortile moresco. Particolarmente significativo fu l'intervento di restauro operato da Francis Neville Reid nel 1851, nonché l'allestimento dei giardini che ispirarono Richard Wagner per la scena del Giardino incantato di Klingsor.
- Villa Cimbrone, aggrappata sul costone roccioso omonimo, fu acquistata nei primi anni del ‘900 da Lord Grimthorpe che avviò imponenti lavori di ristrutturazione, affidandoli al ravellese Nicola Mansi. Per tutto il secolo scorso divenne luogo di ritrovo dell'élite intellettuale dell'epoca: si racconta che lo scrittore inglese D.H. Lawrence prese qui ispirazione per la stesura del suo capolavoro "L'amante di Lady Chatterley". Dal Belvedere di Villa Cimbrone si può ammirare uno dei panorami più spettacolari dell'intera Costiera Amalfitana.
- Villa La Rondinaia, così detta per la sua particolare posizione, aggrappata alla roccia dello sperone del Cimbrone come un nido di rondine, fu in passato di proprietà di Lord Grimthorpe ed annessa alla proprietà di Villa Cimbrone. Vi si accede dopo aver attraversato un suggestivo viale alberato che immette all'edificio, costruito a strapiombo sul mare. Per molti anni è stata la residenza dello scrittore Gore Vidal.
- l'antica cartiera, in località Marmorata, realizzata su un preesistente mulino ed attualmente adibita a struttura ricettiva;
- l'Auditorium "Oscar Niemeyer", disegnato dal famoso architetto brasiliano Oscar Niemeyer, riprende nelle linee curve della sua struttura la sinuosità della costiera. Dispone di 400 posti ed è preceduto da un'ampia terrazza panoramica.

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