A poche miglia dalla spiaggia di Positano, dominano il blu intenso del mare i tre isolotti rocciosi e solitari de "Li Galli": il Gallo Lungo, la Rotonda e il Castelluccio. La tradizione vuole che proprio qui dimorassero le sirene che, con il loro canto melodioso, seducevano ed ammaliavano i naviganti, facendo perdere loro il controllo delle navi che, inevitabilmente, si andavano a schiantare sulle rocce degli isolotti (trasposizione, in chiave mitologica, delle insidie e dei pericoli legati alla navigazione, alla mancata conoscenza dei luoghi e delle correnti).
Nell'Odissea, Omero narra che Ulisse riuscì ad attraversare indenne questo tratto di mare facendosi legare all'albero maestro e tappando con della cera le orecchie dei suoi compagni.
Già Strabone, geografo greco del I secolo a.C., in due suoi scritti identificò i tre isolotti come sede delle sirene, chiamandoli "Sirenai" o "Sirenussai". Nel 1131 erano denominate "Guallo" mentre nel 1225 Federico II di Svevia donò il tre isolotti al monastero di Positano ("tres Sirenas quae dicitur Gallus").
E' evidente, già nel toponimo, il richiamo all'iconografia greca arcaica, dove le sirene erano rappresentate come pennuti dal volto umano, e non come esseri metà umani e metà pesce come, invece, vuole la tradizione medievale.
Frequentate da Tiberio, protette dagli Angioini con una Torre per scoraggiare i predoni, queste isole, dall'indiscutibile fascino, sono state per ultimo abitate dal coreografo Leonide Massine (che qui fece realizzare una bellissima villa sui resti di una più antica di epoca romana, successivamente abbellita dall'architetto Le Corbusier) e dal ballerino Rudolph Nureyev.