La parola "Presepe" significa letteralmente "mangiatoia", "greppia" e per antonomasia indica la mangiatoia che secondo il Vangelo di Luca ospitò il Bambino Gesù alla sua nascita non avendo la Santa coppia di Maria e Giuseppe trovato alloggio nella locanda.
"Maria peperit filium suum primogenitum, et pannis eum involvit, et reclinavit eum in prasepio: quia non erat eis locus in diversorio"
Le fonti storiche inerenti al Presepe sono i Vangeli di Luca e Matteo. La narrazione evangelica racconta la nascita di Gesù, l'annuncio ai pastori e la consegna dei doni da parte dei Re Magi. Gli scritti apocrifi ( Protovangelo di Giacomo e il "Vangelo Arabo dell'infanzia") arricchirono successivamente la scena. Infine Origene, nella prima metà del III sec., aggiunse la presenza nella stalla del "bue" e "dell'asinello" nella tredicesima omelia su Luca. Sono questi gli elementi delle prime rappresentazione paleocristiane della Natività e dell'Epifania.
E' tradizione, solo poeticamente e devozionalmente accettabile, che sia stato "S.Francesco" ad inventare il Presepe nella Santa notte di Greccio nel 1223. In realtà, come è evidente per quanto detto, il Presepe non ha una precisa data di "nascita", ma si è andato formando attraverso vari usi, costumi, tradizioni, pitture nelle chiese e varie rappresentazioni.
Il primo Presepe con personaggi a tutto tondo fu scolpito, su committenza di Papa Onofrio IV, da Arnolfo di Cambio nel 1283. E' un opera poderosa della quale rimangono soltanto cinque statue. Il miracolo di Greccio ebbe certamente grande risonanza e proprio l'Ordine Francescano potrebbe averne stimolato l'allestimento per favorirne la diffusione.
Furono le istanze Roccocò, il Teatro, in particolare l'opera Buffa, il realismo e anche la moda e la spinte culturali dell'epoca, le molte componenti del Presepe Napoletano del settecento. La teatralità, già elemento essenziale del precedente Presepe Barocco, diventò massima per l'estrema tendenza a riprodurre nella scenografia e nelle scene, Napoli con le sue piazze, i suoi mercati, i suoi concertini all'aperto, le sue taverne.
Il '700 fu il secolo d'oro del Presepe. Napoli, ridivenuta capitale di un Regno, in quello che fu il secolo dei Lumi per il fiorire delle arti, della filosofia, dell'economia, del diritto, della cultura, fu una delle città europee più brillanti. Proprio mentre l'illuminismo cercava di abbattere tutti i principi cristiani, fiorì l'arte del Presepe, che però si è fortemente laicizzato, essendosi arricchito con personaggi ed elementi che nulla o quasi nulla hanno in comune con la sacra scena.
Quanto al carattere peculiare del presepe di oggi, occorre osservare che prevale la tendenza ad ispirarsi al settecento (scenografia, pastori, animali, accessori); l'800 con la sua scenografia, specchio di una vita più reale e con i sui pastori di terracotta ha numerosi seguaci, attenti particolarmente agli usi e mestieri ora tramontati...
Nel corso del Novecento, segnato dalla tragedia dei due conflitti mondiali, il presepe ha attraversato momenti di sopito interesse. Da circa trentanni sta vivendo un periodo particolarmente felice sia per l'attività di abili fantasiosi artisti, artigiani, hobbysti, sia per l'interesse di collezionisti, appassionati, simpatizzanti, di folle di amanti del Presepe che ogni anno in dicembre rinnovano l'antico rito di "andar per Presepi".
L' Associazione "Amici del Presepe", composta da giovani e meno giovani amanti delle tradizioni, è lieta di presentare ogni anno ad un pubblico sempre più esigente e numeroso, il monumentale presepe allestito nell'incantevole cornice dei Giardini di Palazzo Mezzacapo a Maiori.
Da ormai diverse edizioni la nostra attenzione è sempre più diretta alla qualità del manufatto, alle novità e agli effetti speciali ma senza ricercare un'inutile spettacolarità che rischia di trasformare un'arte in un fenomeno da baraccone.
Associazione AMICI DEL PRESEPE MAIORI
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